Tecnologie Destinate a Scomparire Entro il 2025: Un’Analisi Approfondita

Viviamo in un’epoca in cui l’innovazione procede a ritmo vertiginoso. Nuove scoperte, processi di miniaturizzazione e l’integrazione dell’intelligenza artificiale in diversi settori rendono obsoleti anche quei dispositivi che fino a qualche anno fa sembravano insostituibili. Questa metamorfosi non colpisce solo i prodotti più “datati”, ma a volte coinvolge anche tecnologie apparentemente moderne, le quali cedono il passo a soluzioni più avanzate, più efficienti e più in linea con un mondo interconnesso e sempre più automatizzato.
In questo articolo scopriremo quali tecnologie – o abitudini tecnologiche – potrebbero essere destinate a scomparire entro il 2025. Dalle televisioni LCD a certe forme di memorizzazione, passando per i dispositivi di streaming e le console di gioco, analizzeremo i motivi di questa graduale uscita di scena e capiremo meglio quali saranno le tendenze che conquisteranno il mercato nei prossimi anni. Preparati a un viaggio nel futuro prossimo, dove l’innovazione ridisegnerà ogni aspetto della nostra quotidianità.
Transizione dai televisori LCD agli OLED
Da quando sono apparse sul mercato, le TV LCD hanno rivoluzionato l’esperienza audiovisiva domestica, offrendo schermi sottili, colori brillanti e un consumo energetico ridotto rispetto ai vecchi tubi catodici. Tuttavia, la tecnologia non si è fermata: gli schermi OLED (Organic Light-Emitting Diode) promettono prestazioni superiori, ponendosi come i naturali successori dei “vecchi” LCD.
La caratteristica principale degli OLED risiede nella capacità di ogni singolo pixel di accendersi e spegnersi autonomamente, senza la necessità di retroilluminazione. Questo si traduce in un contrasto nettamente superiore e in neri assoluti, difficilmente raggiungibili dagli schermi LCD che, per quanto evoluti, si basano su una sorgente di retroilluminazione comune. Il risultato è un colore più vivido, una resa cromatica più naturale e un angolo di visione più ampio.
Oltre alla qualità dell’immagine, un ulteriore vantaggio deriva dalla flessibilità fisica dei pannelli OLED, che possono essere realizzati in fogli sottilissimi, fino a spessori di pochi millimetri. Diversi produttori leader di settore, come LG, stanno infatti sviluppando televisori ultra-sottili, installabili a parete quasi come fossero semplici poster. Queste nuove soluzioni si inseriscono nel filone delle “smart TV”, sempre più integrate con i servizi di streaming e la domotica.
Articolo Suggerito: I robot umanoidi più avanzati del 2024: Cosa possono fare oggi?
Entro il 2025, è lecito aspettarsi che i televisori OLED abbiano completamente rimpiazzato i modelli LCD, non solo nelle fasce di prezzo più alte, ma anche nei segmenti mainstream. La discesa dei costi produttivi, unita alla crescente domanda, renderà infatti questi schermi sempre più accessibili al grande pubblico, rendendo gli LCD un ricordo del passato.
Perché i LED lasceranno spazio all’illuminazione OLED
I LED (Light-Emitting Diode) hanno rivoluzionato il mondo dell’illuminazione grazie alla loro efficienza energetica e alla durata superiore rispetto alle lampade a incandescenza o fluorescenti. Tuttavia, la tecnologia OLED minaccia di sottrarre ai LED il primato nel campo dell’illuminazione, specialmente in applicazioni architettoniche e di design.
Le sorgenti luminose OLED, a differenza dei LED tradizionali, emettono luce in maniera diffusa anziché direzionale. Questo comporta un’illuminazione più omogenea e piacevole, senza dover ricorrere a lenti o diffusori che aumentino i costi e riducano l’efficienza. Inoltre, la possibilità di realizzare pannelli luminosi ultrasottili, anche flessibili, apre la strada a progetti di illuminazione creativi, in cui le fonti di luce si integrano perfettamente nell’architettura o nell’arredamento.
Alcuni colossi del settore, come Philips e OSRAM, stanno già investendo nella ricerca e nello sviluppo di soluzioni OLED con costi di produzione sempre più competitivi. Non è quindi difficile immaginare che, con l’ulteriore riduzione dei prezzi e il perfezionamento dell’efficienza luminosa, le lampade OLED possano guadagnare una fetta sempre più ampia del mercato, fino a rendere i LED meno interessanti nella fascia consumer. Questo potrebbe avvenire soprattutto in ambiti dove l’estetica e la distribuzione uniforme della luce rappresentano un fattore chiave, come l’illuminazione di interni, il retail di lusso o l’illuminazione artistica.
La fine dei supporti fisici di archiviazione
CD, DVD e perfino i Blu-ray hanno progressivamente perso rilevanza, soppiantati in buona parte dalla praticità dei dischi esterni, delle chiavette USB e, soprattutto, dai servizi di cloud storage. L’avvento di internet ad alta velocità, unito alla disponibilità di soluzioni come Google Drive, Amazon Drive, Dropbox e OneDrive, ha reso immediato l’upload e il download di file di ogni tipo. Questo riduce la necessità di supporti fisici che, oltre a essere più ingombranti, possono subire danni fisici o smarrimenti.
L’evoluzione delle reti Wi-Fi e mobili (pensiamo al 5G e a ciò che verrà in seguito) faciliterà ulteriormente questo passaggio: caricare e scaricare file di grandi dimensioni diventerebbe questione di pochi secondi. In aggiunta, molti fornitori di servizi cloud offrono piani gratuiti o a costo ridotto, garantendo contemporaneamente funzionalità avanzate come la condivisione istantanea, il versioning dei documenti e la sincronizzazione automatica tra più dispositivi.
Con l’incremento della sicurezza informatica e la diffusione di protocolli di cifratura avanzati, i servizi cloud diverranno una scelta sempre più sicura anche per le aziende e i professionisti. Lontani i tempi dei tower colmi di CD o DVD, entro il 2025 è probabile che gran parte degli utenti “consumer” e “business” utilizzerà principalmente piattaforme cloud per tutte le necessità di archiviazione e condivisione, condannando così i supporti fisici a una nicchia sempre più esigua.
Tramonto delle console di gioco tradizionali
L’idea di acquistare una console fisica, come Xbox o PlayStation, potrebbe presto apparire superata. Già oggi esistono servizi di gaming in streaming che permettono di giocare a titoli tripla A in alta risoluzione, senza la necessità di possedere un hardware potente. Queste piattaforme sfruttano server remoti dotati di GPU avanzate per processare il gioco, inviando poi il flusso video al dispositivo dell’utente.
Con la diffusione della banda ultra-larga e di tecnologie di riduzione della latenza, giocare in streaming diventerà sempre più pratico e accessibile. Società come NVIDIA, con il suo servizio GeForce Now, o Google, con Stadia, stanno già sperimentando con successo questa nuova frontiera del gaming. Il risultato è un modello in abbonamento o pay-per-use che rende superflua l’acquisizione di console e costosi aggiornamenti hardware.
Sebbene non sia immediato che tutte le console spariscano dal mercato, è probabile che i modelli di business e di distribuzione dei videogiochi virino sempre di più verso il cloud. La conseguenza? Nuovi dispositivi dedicati esclusivamente allo streaming – o anche semplici applicazioni integrate nei televisori intelligenti – e un calo graduale della domanda di console fisiche. Entro il 2025, l’industria del gaming potrebbe essere radicalmente trasformata da questo fenomeno.
L’evoluzione degli specchietti retrovisori
Potrebbe sembrare curioso parlare di specchietti retrovisori come tecnologia in via di estinzione; dopotutto, sono presenti in ogni auto e non sembrano certo un oggetto “tecnologico”. Eppure, l’innovazione non si ferma nemmeno qui. Oggi si stanno affermando sistemi di retrovisione integrata basati su telecamere ad alta risoluzione e display interni, che offrono una visibilità superiore rispetto allo specchietto tradizionale, soprattutto in condizioni di scarsa luce o maltempo.
Alcuni modelli avanzati consentono di switchare rapidamente tra la visualizzazione a specchio e la telecamera posteriore, offrendo immagini prive di angoli ciechi e con un campo visivo ampliato. Questo tipo di soluzione è già promosso da diverse case automobilistiche, anche in prospettiva dell’auto a guida autonoma, dove l’intero sistema di navigazione si basa su sensori, radar, lidar e videocamere.
Articolo Suggerito: I droni autonomi più avanzati del 2024: Applicazioni e prospettive future
In aggiunta, dal 2018 negli Stati Uniti è obbligatorio l’uso di sistemi di retrovisione per le auto di nuova immatricolazione, con l’obiettivo di ridurre incidenti e migliorare la sicurezza. Per quanto riguarda l’Europa, diverse normative spingono verso un utilizzo sempre più diffuso di videocamere e sensori. Entro il 2025, dunque, potremmo vedere scomparire del tutto gli specchietti retrovisori tradizionali, sostituiti da display digitali e sistemi di visione integrata.
La scomparsa dei caricabatterie con cavo
I caricabatterie wireless non sono più una novità assoluta: molti smartphone di fascia medio-alta sono già compatibili con la ricarica a induzione, appoggiandosi su standard come Qi. Il vantaggio è chiaro: basta poggiare il dispositivo su una base di ricarica, senza dover collegare cavi e connettori soggetti a usura. Ma le innovazioni non si fermano qui.
Diversi gruppi di ricerca stanno sperimentando la trasmissione di energia senza fili su distanze sempre maggiori, sfruttando onde radio o campi elettromagnetici direzionati. L’idea è che, in un futuro non troppo lontano, si possa ricaricare un cellulare semplicemente essendo presenti in una stanza dotata di un trasmettitore wireless. Se queste soluzioni dovessero affermarsi, i classici caricabatterie da muro con cavo USB o Lightning diventerebbero obsoleti.
Inoltre, l’aumento dell’adozione dello standard USB-C per la maggior parte dei dispositivi mobili e laptop rende sempre meno necessari i caricabatterie proprietari. La ricarica wireless, comunque, potrebbe diventare lo standard de facto nei prossimi anni, eliminando la necessità dei cavi tradizionali. Se a ciò aggiungiamo la spinta verso la riduzione dei rifiuti elettronici, risulta plausibile immaginare un mondo senza caricabatterie cablati nel prossimo futuro.
La fine del classico telecomando
Da quando i primi televisori con telecomando sono entrati nelle case degli italiani, l’idea di cambiare canale restando comodamente seduti sul divano è diventata normale. Eppure, oggi questa modalità di controllo appare sempre più antiquata rispetto a forme di interazione vocale o gestuale. Dispositivi come gli smart speaker (Amazon Echo, Google Nest Hub) o i sensori di movimento (Kinect di Microsoft) consentono di gestire TV, musica, luci di casa e molto altro con semplici comandi vocali o gesti.
La diffusione di assistenti virtuali – Alexa, Siri, Google Assistant – integrati in smartphone, altoparlanti intelligenti e smart TV rende i telecomandi fisici un accessorio in via di estinzione. Inoltre, il progresso nel riconoscimento vocale, supportato da algoritmi di intelligenza artificiale sempre più precisi, riduce drasticamente gli errori di comprensione.
Non stupisce che, man mano che questi sistemi diventeranno più user-friendly e diffusi, il classico telecomando possa perdere la sua centralità. Già oggi, per molti utenti, è più semplice dire “Alexa, spegni la TV” piuttosto che cercare il telecomando tra i cuscini del divano. Entro il 2025, potremmo vedere un totale cambio di paradigma nell’interazione uomo-macchina, con controllo vocale, gesture e realtà aumentata a farla da padrone.
L’era post carta di credito fisica
Le carte di credito sono senza dubbio tra gli strumenti più utilizzati nei pagamenti quotidiani. Tuttavia, l’avvento di sistemi di pagamento digitali come PayPal, Apple Pay, Google Pay e altri wallet virtuali ha già avviato un processo che potrebbe renderle oggetti sempre meno comuni. Con un semplice smartphone – spesso dotato di NFC – è possibile effettuare transazioni contactless in pochi istanti.
L’adozione di pagamenti digitali si sta espandendo rapidamente sia nelle economie più sviluppate sia nei mercati emergenti. Paesi come l’India hanno dato impulso a programmi governativi per favorire i pagamenti elettronici, riducendo l’uso del contante e promuovendo l’inclusione finanziaria. Anche in Europa, le app di mobile banking e i pagamenti istantanei stanno modificando il panorama delle transazioni.
Il vantaggio di questi sistemi è la comodità: non occorre avere con sé un portafoglio ingombrante, né ricordare PIN e dati della carta. Inoltre, molti servizi offrono livelli di sicurezza aggiuntivi, come autenticazione biometrica o token monouso, rendendo i pagamenti digitali persino più sicuri delle carte fisiche tradizionali. Entro il 2025, dunque, la carta di credito “in plastica” potrebbe trasformarsi in un ricordo superfluo, sostituita da identità digitali integrate direttamente nei nostri smartphone o wearable.
Addio alle password tradizionali
Il concetto di password, per come lo conosciamo, è uno dei pilastri dell’era digitale. Tuttavia, il futuro sembra spostarsi su sistemi di autenticazione biometrica – impronte digitali, riconoscimento facciale, scansione dell’iride – e altre modalità che non richiedono l’inserimento di stringhe di testo potenzialmente vulnerabili.
Le moderne tecnologie di riconoscimento facciale permettono già di sbloccare lo smartphone o accedere a servizi bancari in modo sicuro. I sensori di impronte digitali integrati nei dispositivi mobili hanno reso superfluo digitare un PIN o una password per verificare l’identità. Parallelamente, si stanno affermando sistemi di autenticazione avanzata come la FIDO (Fast Identity Online), che mira a eliminare l’uso tradizionale di password in favore di dispositivi di sicurezza o key hardware.
Le password rimangono uno dei punti deboli più comuni in ambito cybersecurity, spesso a causa di cattive abitudini degli utenti: password troppo semplici o riutilizzate su più siti. Per questo, l’adozione massiccia di metodi di autenticazione forte appare inevitabile. Entro il 2025, è probabile che l’inserimento manuale di password sia considerato vetusto, sostituito dall’impronta digitale o da un rapido sguardo alla fotocamera.
Riduzione dei dispositivi di streaming multimediale standalone
Chromecast, Apple TV, Fire TV e dispositivi similari hanno aperto la strada allo streaming multimediale, consentendo a milioni di utenti di guardare film, serie TV e video di ogni genere direttamente sul televisore, in maniera semplice e immediata. Tuttavia, l’evoluzione delle smart TV sta velocemente rendendo superflui questi “dongle” o box aggiuntivi.
I televisori di ultima generazione includono già app native per i principali servizi di streaming – Netflix, Amazon Prime Video, Disney+, YouTube – e offrono sistemi operativi evoluti (Tizen, webOS, Android TV, Fire TV OS) in grado di supportare funzionalità avanzate. Questo significa che per accedere a moltissimi contenuti online, basta semplicemente accendere la TV, senza collegare dispositivi esterni.
Con l’abbassarsi dei prezzi delle smart TV, risulta sempre meno conveniente acquistare un dispositivo dedicato allo streaming, a meno che non si abbiano esigenze specifiche. I dati di vendita mostrano, infatti, che la percentuale di TV non smart sta diminuendo drasticamente anno dopo anno. Entro il 2025, potremmo assistere a un mercato in cui la quasi totalità dei televisori offre di serie le funzionalità di streaming, relegando le “chiavette” e i “box” a un ruolo marginale o di nicchia.
Sostituzione degli aspirapolvere tradizionali con robot domestici
Se un tempo l’aspirapolvere rappresentava un must-have in ogni casa, oggi le nuove generazioni di robot aspirapolvere promettono di svolgere la stessa funzione con meno fatica per l’utente. Questi robot, inizialmente considerati un lusso o un gadget tecnologico, si stanno ora diffondendo in fasce di prezzo sempre più accessibili e con prestazioni in costante miglioramento.
I modelli più avanzati mappano l’ambiente domestico, imparano a riconoscere ostacoli e planimetrie, e si ricaricano autonomamente quando la batteria sta per esaurirsi. Possono essere programmati per pulire a orari prestabiliti e alcuni modelli integrano anche funzioni di lavaggio. Il risultato è un dispositivo che riduce sensibilmente il tempo e lo sforzo dedicati alla pulizia dei pavimenti.
A testimonianza della crescente popolarità di questi prodotti, basta guardare i numeri di vendita di aziende leader come iRobot e Xiaomi, che registrano anno dopo anno forti incrementi in questo settore. Con il progredire della tecnologia, ci si può aspettare che gli aspirapolvere robotici diventino una presenza comune in ogni abitazione, decretando la scomparsa (o quantomeno la riduzione drastica) dei modelli tradizionali con filo e sacchetto. Anche in questo caso, l’obiettivo è semplificare la vita degli utenti, affidando a un sistema automatizzato le mansioni domestiche più ripetitive.
Articolo Suggerito: Come l’IoT sta trasformando la casa intelligente del futuro
Considerazioni Finali
L’innovazione tecnologica è un motore inarrestabile che spinge l’evoluzione del nostro stile di vita, trasformando il modo in cui lavoriamo, interagiamo e ci divertiamo. Molti prodotti e tecnologie che oggi diamo per scontati potrebbero diventare rapidamente obsoleti, lasciando spazio a soluzioni più intelligenti, più sostenibili e più in linea con l’era digitale.
Se guardiamo alla storia recente, ogni grande cambiamento tecnologico è stato accolto inizialmente con stupore o scetticismo, per poi affermarsi con sorprendente rapidità. Dalle TV a tubo catodico ai dispositivi a cassetta, dai computer desktop ai cellulari “a conchiglia”, la costante che accomuna tutte queste fasi è la stessa: nessuna tecnologia è eterna, e ciò che sembra avveniristico oggi potrebbe rivelarsi rapidamente obsoleto domani.
Nel tracciare le prospettive fino al 2025, non possiamo prevedere con assoluta certezza tutte le metamorfosi che il mercato subirà. Tuttavia, è evidente come la direzione generale punti verso una maggiore integrazione del cloud, l’impiego intensivo di intelligenza artificiale e la progressiva eliminazione di qualsiasi barriera fisica nei dispositivi di uso quotidiano. Questa “smaterializzazione” delle tecnologie comporta la necessità di servizi più affidabili, reti più veloci e standard di sicurezza più elevati, ma apre anche a uno scenario entusiasmante di comodità, efficienza e personalizzazione.
In definitiva, la parola chiave del futuro prossimo sarà flessibilità, che si traduce in dispositivi sempre più integrati e leggeri, schermi ultrasottili o addirittura pieghevoli, e nell’abbandono di elementi che ci appaiono come “normali” oggi ma che diverranno obsoleti in breve tempo. Rimanere al passo con queste tendenze significherà non solo aggiornare il proprio arsenale tecnologico, ma soprattutto cogliere le opportunità di cambiamento e saperle sfruttare a proprio vantaggio.